Stamattina che ero sul treno in ritardo di un’ora perché qualcuno aveva dato fuoco ai binari (così mi ha detto il controllore, che tra l’altro a un certo punto è pure passato dicendo ad alta voce che si era rotto i coglioni del treno, che gli sembrava una via crucis), mi sono messo a leggere la quarta di copertina del libro che mi ero portato e ho pensato una cosa che avevo già notato leggendone altre : che le quarte di copertina dei libri di narrativa di solito parlano di cose che succedono nella prima metà del libro, come se chi le ha scritte non è andato oltre quella parte. Ma poi magari son maligno io.
Il libro comunque era Una banda di idioti di John Kennedy Toole che, a parte la cosa della quarta di copertina, è anche un libro godibile in cui il protagonista è una specie di Oblomov dei giorni nostri che bighellona per le strade di New Orleans e vive secondo il concetto espresso da Jonathan Swift: “Quando nel mondo appare un vero genio, lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui.” Interessante la prefazione di Stefano Benni.
[Mattia Filippini]